Del perché le radio italiane fanno cagare…

( pubblicato originariamente il 4/7/2012)

Facciamo un esempio, và (“mi ha fatto l’esempio, e mia moglie è rimasta incinta“: Cochi e Renato, da applaudire sempre):

Davide Bernasconi fonda i DE SFROOS nel 1990, nel 1995 pubblica il primo album con almeno tre delle canzoni più popolari del suo repertorio, nel 1999 vince il Premio Tenco come “Miglior Autore Emergente” con il suo primo album solista, nel 2001 vende 50.000 (cinquantamila) copie di “… E SEMM PARTII” e vabbè: fin qui è la solita storia (iniziata ventidue anni fa) del cantautore mica tanto di nicchia ma che le radio non cagano nemmeno di striscio…

Poi però arriva Sanremo e Yanez, che piace, vende e gira parecchio per le radio (e sì: ha un ottimo risultato anche in gara). Canzone seguita da un album molto bello (come al solito, del resto: El carneval de Schiignan è nella colonna sonora del film “Benvenuti al Nord”, il più visto del 2011) ma che le radio ignorano completamente.

E’ questa, la cosa strana: trovi un cantante che piace (2008, concerto al Forum di Assago: più di dodicimila biglietti venduti: figuriamoci cosa potrebbe fare dopo l’esposizione mediatica di Sanremo), con un repertorio immenso, e nessuna (NESSUNA) radio prova nemmeno a trasmettere una canzone che non sia Yanez… Non pretendo Radio Deejay (perché no, poi? sono stati i primi a “sdoganare” Giorgio Gaber, nel 2001…), ma è pazzesco il comportamento di Radio Italia (troppo impegnata a promuovere i Modà? che, per chi non lo sapesse, sono prodotti da una società composta da Radio Italia, RTL 102,5 e Radio Dimensione Suono) e delle altre stazioni più attente alla musica italiana… Purtroppo il vero problema non è Davide Van De Sfroos, ma la situazione attuale della programmazione radiofonica nel nostro paese: praticamente identica tra una stazione e l’altra. Sembra quasi che le case discografiche decidano di mese in mese quali canzoni promuovere, magari mandando una lista alle radio con scritto: “canzone X: 10 volte al giorno, canzone Y, 8 volte, canzone Z, 10”.

Mi rendo conto che il dialetto comasco (ma ci sono anche canzoni in italiano, eh?) non è conosciutissimo e, anzi, è incomprensibile in parecchie parti d’Italia ma, a questo punto: perché Yanez sì? Poi, sarò scemo io: se una canzone va bene, perché non provare a mandarne in onda un’altra? (ok, sono un cospirazionista di merda……) Tra l’altro, Davide è molto stimato dai suoi colleghi: andate a vedervi su youtube i duetti con Frankie Hi-NRG, Max Pezzali, Francesco Baccini… o pensate a Irene Fornaciari, che si è spacciata per anni come una “big” ed è riuscita a farsi ascoltare solo con una canzone scritta da DVDS.

Sono finiti i tempi in cui i deejay decidevano la scaletta dei loro programmi: oggi questa viene programmata da un ufficio apposito, che immagino più vicino a quello contabile che a quello artistico. Ma questo posso anche capirlo… quello che non capisco proprio è la MANCANZA DI CURIOSITA’, la ZERO voglia di andare a cercare l’artista sconosciuto (o anche molto conosciuto, ma non programmato), di vedersi qualche concerto fuori dai soliti giri, di DIFFERENZIARE la propria stazione dalle altre: magari dare una chance a gente come i NOBRAINO, la BANDABARDO’, la FAMIGLIA ROSSI, i MARTA SUI TUBI eccetera, eccetera, eccetera… (ma anche i “dimenticati” come Massimo Bubola, Enzo Jannacci (a parte Vengo anch’io, no tu no), Alberto Fortis… e sto citando solo gli italiani!).

Eppure sarebbe molto positivo, no? “Io ascolto Radio Pimpiripettanusa perché mi ha fatto scoprire i “John Holmes e gli Amicici”!”.

In America la maggior parte delle radio ha una propria identità musicale precisa: country, rap, soul… da noi dobbiamo accontentarci di Radio Italia (che, comunque, si differenzia davvero di poco dalle altre “big”), Radio Capital (con i grandi classici, comunque senza dubbio la migliore radio italiana), Virgin Radio (orientata verso il rock) e… beh, conosco almeno un paio di stazioni che “passano” solo il liscio. Tutto il resto è uguale a se stesso: le radio si differenziano più che altro per il nome dei deejay. (p.s.: mi scuso se ho dimenticato qualche esempio positivo: ma alla radio ho sempre preferito il mio lettore cd e me la “sorbisco” solo quando sono costretto)

Una radio dovrebbe “attirare” un certo tipo di pubblico, che dovrebbe riconoscersi nei gusti musicali dei programmatori: non dico che alla base ci deve per forza essere una scelta filosofica, ma almeno stilistica, quello sì. Ed è questo che mi lascia l’amaro in bocca: in realtà, probabilmente, la sensazione degli ascoltatori è quella…

E quindi la radio è il PERFETTO RITRATTO DELL’ITALIA DI OGGI, dove SIAMO TUTTI MOLTO PIU’ OMOLOGATI DI QUANTO CI PIACCIA PENSARE.

(pregasi eventuali lettori gaberiani di saltare la prossima frase, perché sto per usare il “vocabolo maledetto”)

Mi sento quindi in dovere di fare un po’ di “divulgazione” e… eccolo qui, in tutto il suo splendore, uno dei testi più belli scritti da Davide:

LA BALLATA DEL GENESIO (traduzione in italiano)

Mi chiamo Genesio e ho fatto un po’ di tutto

poeta, spazzino, astonauta e muratore

ho girato per il mondo fino all’ultimo chilometro

avanti e indietro come il mercurio nel termometro

 

Sono andato sulla luna solo con gli occhi

ho sparato contro il tempo e ho disfatto gli orologi

ho pregato mille volte senza andare giù in ginocchio

ho girato con lo smoking e a piedi nudi pieno di pidocchi

 

ho dovuto imparare che la ruota gira

che ogni tanto si rovescia il bicchiere della birra

tra fortuna e sfortuna c’è una corda che tira

quando il diavolo picchia prende la mira…

 

Sono stato l’incudine e qualche volta il martello

ho dato retta al cuore e qualche volta all’uccello

e nel buco della chitarra ho nascosto questa vita

sia le pagine in rosso che quelle scritte e matita…

 

Il coltello in una mano e nell’altra un mazzo di fiori 

perché l’amore e la morte sono sempre lì nascosti

ogni giorno andavo via con un bacio o una pedata

con il destino dietro alle spalle per mollarmi una bastonata

 

E di ogni mia donna mi ricordo il sorriso

anche se con nessuna sono arrivato ai confetti

tante donne che in tasca avevano il paradiso

insieme al rossetto hanno lasciato le cicatrici…

 

Scappavo e inseguivo senza mai prendere fiato

coriandolo nel vento… e fiore senza prato

una trottola matta sempre in giro senza sosta

un boomerang ubriaco senza mai una risposta…

 

Zingari e signori sempre sul mio binario

sotto un’alba e un tramonto più rossi del Campari

ma i ricordi sono macchie e mi aspetta il domani

mi aspetta incazzato con lì le bombe a mano

 

Sigarette senza nome e bicchieri senza storia

hanno fatto i ghirigori nella mia strana memoria

tatuaggi invisibili che mi mordono di notte

e una vita tirata come un nastro di scotch…

 

La mia chiacchierata lascia il tempo che trova

guardo il cielo di novembre con la sua luna nuova

sono il Genesio e questo è tutto…

con qualsiasi vestito, sotto… sono nudo…

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