Una voce non basta

(pubblicato originariamente il 12/07/12)

poi uno può anche liquidare Pacifico come “quello che scrive le canzoni per Gianna Nannini” e io potrei anche dirgli che sì, è vero… ma si deve pure campare, in qualche modo.

questo per dire che il suo nuovo album è un po’ come quelli precedenti: bellissimo, tendente al capolavoro.

l’idea di base è quella di una serie di duetti e, nonostante Pacifico sia tutto tranne che un cantante da alta classifica, ha deciso di non chiamare i “soliti noti”, quelli che non negano una canzone in coppia a nessuno e che vendono comunque un fracco di dischi, ma tutta una serie di artisti emergenti o, comunque, poco conosciuti.

tutta gente molto, molto interessante.

strana la vita: ho conosciuto Pacifico ad un concerto di Carlo Fava (che, oltre a Colorado Café, ha fatto anche un paio di dischi davvero interessevoli. Ne parlerò, prima o poi) alla Salumeria della Musica. Fava portava sul palco ogni sera un ospite diverso (ci sono andato due volte: la seconda c’era Davide Van de Sfroos) con il quale duettava… in pratica, qualcosa di non troppo diverso dal concetto-base di questo disco.

il mio piccolo dramma, alla notizia dell’uscita del disco, è stato lo scoprire che Pacifico aveva riunito nella stessa canzone Frankie Hi-Nrg e i Bud Spencer Blues Explosion… ero indeciso tra l’attizzo per quello che ne sarebbe potuto uscire e lo spreco di vedere “bruciati” in quattro minuti i nomi che più mi interessavano dell’album. Il risultato è esaltante: forse la parte rap è un atto d’accusa fin troppo facile e qualunquista, ma cantata da Frankie è comunque esageratamente figa, e i BSBE si dimostrano artisti dalle enormi prospettive (il 20 luglio suonano dalle parti di Bergamo… se qualcuno ci capita ci si vede lì, che io non me lo faccio mancare, il loro concerto).

La prima canzone è A NESSUNO, che nel testo mi ricorda L’UOMO A META’ di Jannacci (e l’essere accostati a Jannacci è sempre un motivo d’orgoglio, no?): la storia di un uomo che “una sera si è perduto, ha chiuso e si è trovato solo. Senza luce e appoggio, tutto intorno solo vuoto, un vuoto che si è preso tutto: i sogni, i sentimenti i giorni interi e gli ha lasciato in mano solo quel cartello: tu non sei nessuno, se nessuno ti ama“. Segue una canzone d’ammore, L’ORA MISTERIOSA, in coppia con Cristina Marocco che… beh, è anche sua moglie nella vita reale: “e non c’è fatica e non c’è distanza, non ha senso né ragione questa vita senza il tuo respiro“. A vedere le foto su internet, c’è da invidiarlo.

OGNI GIORNO vede la partecipazione di Alioscia e Patrick dei Casino Royale -un altro di quei gruppi che le radio non passano mai chissà per quale motivo- e parla della difficoltà di vivere.

L’UNICA COSA CHE RESTA è il primo singolo, un po’ perché cantato con Malika Ayane, un po’ perché è una canzone davvero orecchiabile, in effetti la più commerciale del disco.

In INFINITA E’ LA NOTTE, cantata e scritta con Francesco Bianconi, la cosa che più colpisce è, soprattutto nelle prime strofe, l’incredibile somiglianza della voce del frontman dei Baustelle con quella di Fabrizio De André: “infinita è la notte sugli occhi chiusi, stanchi, sul mare aperto, sul tuo respiro. E fra il parto e la mortalità, fra la colpa e la divinità, c’è quest’algebra folle che senso non ha. Ma ci spinge a guardare, a guardare aldilà, a comprendere l’uomo, ad averne pietà“. Già, anche il concetto base della canzone sembra preso da Faber…

SECOND MOON è il secondo brano “debole” (per modo di dire, che ci sono cantanti che per avere brani “deboli” così nei loro album ucciderebbero), dopo PARLAMI RADIO, e parla della notte in cui l’uomo atterrò sulla luna come dell’ultima notte in cui l’umanità è riuscita a sognare: poi non c’è più stato l’ignoto: “ma se ci fosse una seconda luna si potrebbe ricominciare da lì“..

Il secondo brano “estivo” -subito dopo DOLCE SIA L’ESTATE(L’ESTATE DI CHI SA), con Raiz degli Almamegretta- SOLO SE CI CREDI (L’ESTATE DI CHI ASPETTA), cantato in coppia con Manupuma and The Maestro, che non so chi siano (almeno non lo sapevo finché non ho chiesto, proprio in questo momento, aiuto al mio amico Google…), è più interessante del primo, comunque notevole. Il concetto è il solito della primavera che arriva solo dopo che hai accettato l’inverno, ma la musica e le voci sono davvero godibili: “dici che cadremo sempre in piedi, ma l’estate arriva solo se ci credi“.

STRANO CHE NON CI SEI è dedicata alla memoria del padre e vede la partecipazione di Samuele Bersani, il primo cantante ad incidere un brano scritto da Pacifico: “e scrivo ancora solo per parlarti (…) e chiudo gli occhi e puoi toccarmi, è strano che non ci sei, strano che non ci sei (…) di quante cose eri parte e centro, e penso che non ci sei, se penso che non ci sei… è bello il tempo che è rimasto dentro, ecco perché ci sei, ecco perché ci sei“.

L’altra perla dell’albo è IN COSA CREDI (LE NOSTRE PICCOLE ARMI), con Manuel Agnelli degli Afterhours. Ultima canzone del disco, chiude idealmente il cerchio iniziato con A NESSUNO e OGNI GIORNO tornando a parlare di come si possa “resistere a tanto insistito dolore”: l’uomo ha a disposizione alcune “piccole armi”, che tanto piccole non sono… “e gli abbracci, i sorrisi e le candele accese (..) e i sogni, le carezze ai figli addormentati, le poche cose di cui disponiamo, le nostre piccole armi“.

In cosa credi? Chiede Pacifico: “si vive, è solo questo, si vive e non c’è altro da fare“.

No, davvero: bellissimo.

E, ovviamente, non venderà un cazzo.

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